24/01/2013
Inverno
Cari tutti, come vi va?
Sembra un anno difficile, meno soldi e più incertezze. Così ho rinunciato al viaggio in Asia che di solito faccio d’inverno. Ho scelto un viaggio low cost. Viaggio nel tempo. Mi perdo nella memoria. Da uno di questi vagabondaggi ho estratto questi pensieri, scritti il 30 dicembre 1983.
Erano tempi in cui venivo a Milano solo per amore. Quell’inverno l’ho trascorso in parte a Monticello, sui colli del finalese, tra il mare e le montagne innevate, a casa di una coppia di amici contadini, con figli piccoli.
A Natale vendemmo una delle due oche, la femmina.
Il maschio non si dava pace, pianse notte e giorno, fino a perdere la voce.
L’amore non è prerogativa degli umani.
Vi invito, ad assaporate la bellezza che anche l’inverno ci regala e da parte mia vi dono questi scarni versi a km0.
Inverno
è pioggia sul mare
e brivido nel cuore
neve vento e alberi di legno
bello entrare dentro un bar
e guardare fuori aspettando
la donna
morbida e calda dentro a una
pelliccia finta
i tram vanno accesi
con le figure dentro
i treni corrono nella pianura bianca
e i binari
sono la magica scala nera
che dalla terra
svanisce nelle nuvole grigio fumo.
Inverno è nessuno
è l’amore breve
nella lunga notte dell’oblio
è la tenerezza lieve
come l’acqua e la biancheria
è il filtro che separa i colori
e fa crescere i bambini
inverno è natale
è il mare perenne che invita
alla perdizione
è il fuoco invisibile e vicino
che scalda eccita distrugge
è il grido dell’animale nella notte
che invoca la sua compagna.