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2011
I Templi
Il viaggiatore coltivato va in Cambogia prevalentemente per vedere i templi. Il problema è che ci va anche il viaggiatore incolto. Orde di cinesi vengono a passare delle mini vacanze premio di due o tre giorni nella vicina Cambogia, dove finalmente anche la nuova classe media del dragone si sente ricca e superiore. I secondi per numero sono i coreani, poi gli ordinati giapponesi che si muovono sempre in gruppo, poi gli americani, gli australiani, gli europei.
Insomma riuscire a vedere un tempio in pace non è facile. Bisogna prendersi il tempo di infilarsi fra un’infornata e l’altra di turisti. Più o meno come ai musei vaticani, Questo vale soprattutto per i templi principali di Angkor: il Bayon, il Banteay Srei ed il leggendario Angkor Wat, che è il simbolo della Cambogia e l’epicentro della civiltà Kmer. Per fortuna ci sono tanti templi ‘secondari’ sparsi nell’area o anche altrove. Noi per andare ad Angkor abbiamo affittato un taxi dalla capitale, così abbiamo fatto alcune deviazioni per vedere dei templi minori ( i primi nella foto), andarci a bere un cocco in qualche paesino fuori rotta e alla sera siamo arrivati a Siam Rep, con la equilibrata spesa di 100 dollari in due. Siam Rep è una cittadina piacevole, attraversata da un fiume lento che è quello che ha dato vita alla città odierna e all’antica capitale. Ci sono rimasti nel cuore le cene in una grande piazza, sotto gli alberi, con ragazzi e ragazze che ti servono e ti cucinano il cibo davanti agli occhi, sempre efficienti, sorridenti, predisposti alla risata e all’amicizia.
I templi sono bellissimi e sul web se ne parla all’infinito. Niente e nessuno però riuscirà mai a spiegare la follia sapiente del Bayon, qui nelle ultime foto: una foresta labirinto di pietra con circa 35 pinnacoli e 200 grandi volti scolpiti che osservano il mondo in ogni direzione e incrociano il tuo sguardo in mille modi diversi, lasciandoti stupito, smarrito, sollevato dallo sforzo di capire e al tempo stesso impietosito dal mistero dell’esistenza.