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2005
Infine sono partito
Come molti di voi già sanno, infine sono partito. Ho preso il largo.
Quando la nave si è staccata dal molo e ha messo la prua verso il mare aperto ho avuto un brivido: ho visto Pessoa e Bertoli, mio padre a Genova in viaggio di nozze e Dino Campana che sbarca a Buenos Aires, ho visto Licia Fiordarancio diventare piccola sulla banchina e le scogliere del Conero bianche di pudore.
Compirò cinquant’anni quest’estate e ho bisogno di contemplare il mondo, come se fosse il primo giorno della vita.
Da ragazzo ho letto che il TAO è indefinibile. Se proprio si vuole provare ad intercettarlo si può dire che il TAO è Estensione. L’ Estensione implica l’ Allontanamento. L’Allontanamento esige il Ritorno.
Così mi allontano dalle persone, dai luoghi e dalle attività che pure amo. Soprattutto mi sottraggo per un attimo alle sirene subdole del mercato.
Il poco, il buono, il sano, il bello, il giusto, in qualche misura il Povero, questo cerco: il lusso smagliante del tempo vuoto. Questo ho trovato sulle isole poco abitate di Premuda, Silba, Olib, Rava, nello Jadransko More, camminando tra fiori, muri a secco, quercie, pitosfori profumati, ginestre, cornacchie, gabbiani, serpenti appisolati nel sole di maggio, conchiglie bianche più della luna.
Nelle notti di silenzio ebbro di pace e umiltà, nei risvegli lenti e incantati, nella libertà del giorno a venire sono penetrato nella pienezza dei sogni, nel divino e nell’atroce che fa di ognuno di noi una Cassandra o un Oracolo.
Ho incontrato il piccolo grande nostromo Zarko Hinic, che da 51 anni governa le navi dei mari, ho rivisto le nostre bellissime baby sitter dalmate: Ana ( che aspetta un bambino), Nela, Jasmina. Ho dormito nella stanza intatta della nonna di Tomislao, che è oggi quel folle pacato che io ero alla sua età.
I sogni e l’amore. Questo ho cercato nelle città antiche di Zara, Sebenik, Split dove le chiese stanno sedute sui templi romani e le fortezze su cui fremiva il leone di San Marco sono oggi giardini che si specchiano sul mare. Qui tra la sfinge nera che Diocleziano sottrasse dall’Egitto e i volti di pietra di uomini di ieri che par di scorgere per strada, ho incontrato una meraviglia contemporanea che sintetizza i miei pensieri: il bello, il giusto, il povero, il libero. Sulla riva di ponente della penisola che racchiude Zara Vecchia ci sono dei gradini di pietra - or ora inaugurati - che in sapiente armonia degradano da sette a uno verso il mare. L’ultimo gradino in alto ha l’alzata forata e altri uggelli d’acciaio sono sul piano di calpestio retrostante. Per oltre cento metri il mare battendo contro la riva fa suonare questo stupefacente Organo del Mare ( Morske Orgulje). Notte e giorno, gratis, uomini, donne, bambini, di giorno in costume, di notte con i telefonini accessi, ascoltano, si inebriano e trasmettono il suono marino: adagio con le onde piccole, moderato con le ondine, allegro ma non troppo con le onde dei battelli, avanti a tutta canna con le onde dei piroscafi!
Godetevi il sole (che come tutti noi - parole di Dylan Thomas "è giovane una volta sola") di questa estate che sta per iniziare.