Come ogni anno, Inc’halla, con l’amico mio del cuore, facciamo un giro, un’esplorazione, una fuga. Da sempre, da ‘L’sola di Arturo’, (libro letto a vent’anni) sognavo di andare a Procida. Ecco il momento è giunto, la nave ha lasciato l’ormeggio, Napoli si rimpicciolisce a poppa.

Non so più se è opera di un mio amico indiano, Rajesh Vora, o se l’ho presa su un libro degli anziani - de senitude - trovato una sera nella spazzatura, a Vicenza.

La comunità ebraica di Cochin, che si dice sia la più vecchia del mondo.

Foto Suzon Fuks, amica mia.

Il 17 dicembre 1992, prima di sposarci, Rita ed io siamo andati in viaggio di nozze, in India. 
Immersi in un contesto nuovo, (era la prima India per me) profondo, caotico e avvincente… abbiamo rafforzato la nostra stima reciproca, aiutati in questo dal grande affetto e dall’attenzione che gli indiani  riservavano a entrambi, uniti e distinti. 
La casa di Jack Joanna aveva stanze, piccole, pulite e rosa, tra i filari di palme a 300 metri dall’oceano ( 30 km a Sud delle esagitate spiagge di Goa). 
Ad Hampi, nelle fantastiche rovine della civiltà  di Vijayanagar,  lungo la strada che dal fiume sale al ‘tempio del carro del sole e dei pilastri musicali’ ci siamo fermati a parlare con alcune donne. Una di loro mi ha detto: “ Questo bambino non ha padre, lo prendi tu?” E mi ha messo in braccio una creatura di sette-otto mesi. Ricordo ancora le sue manine ciccie color cioccolata sulla mia faccia smunta. Lo avremmo portato a casa….

Ci sono milioni di palme da cocco nei mari del Sud…. ma questa era la mia, la palma della capanna che il capo, il padre di Georgina Akuba, mi aveva dato, ai primi di marzo, sulla lingua di sabbia, tra l’Oceano Atlantico e la laguna dei sogni…. la laguna ridente e stregata in cui nessun essere umano era ammesso nel giorno di mezzo, che noi chiamiamo giovedì.
Sonno senza letto, sonno ovunque.