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Life/
1983
La Città Verticale
Tornato dal mio primo inverno a New York, decisi di farmi anch’io una città verticale. Mi aiutò Suzon Fucks, una scenografa e videomaker belga che avevo incontrato nella grande Mela, che poi avrei rivisto a Cochin in India 12 anni dopo e che spero rivedere in Australia dove adesso vive. Suzon un giono stava filmando la gente che usciva dal metrò nell’ora di punta al Rockfeller Center… fra migliaia di esseri che andavano di fretta la sua lente inquadrò un tipo che stava fermo a guardare il cielo. Ero io. Lei mise giù la telecamera e mi venne a parlare. Così ci siamo conosciuti. Al trullo mi fece un sacco di foto buffe, tra cui questa in cui sono ridicolo ma che amo molto per via degli occhiali da sole originali degli anni 50, che avevo comprato da un rigattiere a Martina Franca, per duemila lire. Anche la pietra aperta come un libro non mi dispiace… la lasciai aperta per dieci anni almeno.
1981
La donna del trullo accanto
Dopo circa due anni che avevo la residenza nel Trullo di Tratturo Selvaggi, nell’agro di Ceglie Messapica, comparve, in qualità di passeggera di una Guzzi Falcone 500 monocilindrica, una creatura di nome Anna. Qualche mese e qualche bacio dopo comprammo insieme il piccolo trullo e il consistente appezzamento di terreno che stavano tra il mio trullo e il tratturo, in modo da avere un ‘podere’ unico, un frammento di cosmo ‘protetto’ e integro. Abbiamo acquistato insieme, condiviso la proprieta nella distinzione dei rispettivi trulli e dopo 17 anni senza litigi alcuno abbiamo venduto assieme. Il trullo di Anna visto dal mio.
1980
Di_segno del destino
Il 20 settembre 1980, in vacanza nel suo trullo brindisino, Giuseppe Attoma Pepe scrive una storia a fumetti per una rivista genovese. In essa si annuncia la mia imminente partenza per il continente nero, nonchè l’ira felice della nostra comune amica anna s.
Quello stesso giorno, duemila chilometri più in la, tra le colline dell’Aveyron, nella pioggia del crepuscolo, al volante di una vecchia citroen , volavo fuori strada in una scarpata profonda.... l’automobile credo sia ancora là... irrecuperabile... ma noi (la mia stella christiane e martin, il gigante proprietario dell’auto) uscimmo miracolosamente illesi.
Evidentemente il destino a lieto fine era segnato, anzi disegnato....
1979
La niche aux coquelicots
Anche se la foto è stata scattata nel 1985, la composizione risale alla notte del primo maggio 1979, la prima notte nel Trullo del Pruno. Christiane aveva raccolto alcuni papaveri (nostri fiori preferiti, per sempre) e li aveva messi in un flacone di vetro. Rosso vivo nella nicchia bianca, a sinistra del letto, nel cono trullare che era la stanza del sonno. Per vent’ anni, nei giorni che sono rimasto al trullo, in quella nicchia ci sono sempre stati fiori di campo… Cristina, la ballerina di Bari, rivoltando all’ingiù i petali di un papavero e avvolgendoli attorno allo stelo a mò di vestito, costruì una ballerina (piccola a sinistra) che a lungo ha danzato immobile nella nicchia lattea.
Foto John Vink